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Diritto Penale. Bancarotta fraudolenta: il sequestro per confisca è legittimo anche nell’ipotesi di transazione con la curatela

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Palais de Justice Rome Cour suprême de cassation

Diritto Penale. Bancarotta fraudolenta: il sequestro per confisca è legittimo anche nell’ipotesi di transazione con la curatela

Nel corso dell’accertamento del reato di bancarotta fraudolenta per distrazione, il tribunale del riesame aveva proceduto al sequestro conservativo, finalizzato alla confisca, di somme di danaro lasciate nella disponibilità dell’indagato, il quale si era opposto a detto sequestro sostenendo di aver raggiunto un accordo transattivo con la curatela, per cui era da ritenersi impossibile anche in linea teorica che ciò  potesse aggravare o protrarre le conseguenze del reato.

La Cassazione con la sentenza n. 10106/2015 ha ritenuto legittimo il sequestro ed assolutamente irrilevante la transazione avvenuta in sede civile, tenuto conto che la principale funzione della misura cautelare è quella di sottrarre all’indagato la disponibilità del patrimonio. È legittimo, continua ancora la Corte ribadendo il contenuto di sue precedenti sentenze, il sequestro preventivo preordinato all’esigenza di fermare la circolazione del denaro e dei beni fungibili che siano  acquisiti dagli indagati in condizioni di presunta antigiuridicità, anche per consentire, nell’ambito del procedimento penale per bancarotta,  la verifica definitiva della riferibilità delle somme sequestrate  all’attività di sottrazione dei beni  e risorse delle società fallite.

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