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Diritto Penale. Il nuovo falso in bilancio depenalizza determinate condotte.

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Palais de Justice Rome Cour suprême de cassation

Il nuovo falso in bilancio depenalizza determinate condotte.

La riforma dei reati tributari, operata con legge n. 69 del 2015, comporta una parziale abolitio criminis per determinate condotte.

La sentenza n. 33774/ 2015, della  V sez. penale della Cassazione, ha modo di far operare nel concreto la predetta riforma.

La Suprema Corte descrive, in tale pronuncia, le nuove fattispecie incriminatrici derivanti dalla riscrittura degli artt. 2621 e 2622 cc.

In tale riforma, vengono previsti due reati di pericolo, integrati a prescindere dalla causazione di una danno ai soci e ai creditori. Basta, invero, la mera idoneità ingannatoria della comunicazione. Si tratta di reati di pericolo concreto, da come è dato desumere dall’avverbio <<concretamente>>.

Scompaiono anche le soglie di punibilità che, alla stregua della precedente giurisprudenza, non dovevano considerarsi condizioni obiettive  di punibilità, ma concorrevano a tipizzare le condotte penalmente rilevanti, alla stregua di elementi costitutivi del reato.

Per quanto riguarda, poi, l’elemento soggettivo, la Corte precisa che si tratta pur sempre di dolo specifico, laddove l’avverbio consapevolmente esclude la ricorrenza del dolo eventuale.

Tuttavia, secondo tale pronuncia, nelle nuove fattispecie incriminatrici, si è proceduto ad operare una parziale abolitio criminis. Infatti, vengono espunte dalla fattispecie le condotte che si sostanziano in un’attività valutativa.

La modifica più significativa della fattispecie è rappresentata, cioè, dalla scomparsa del riferimento ai <<fatti materiali oggetto di valutazione>> e della sostituzione, con riguardo alla fattispecie omissiva, del termine <<informazioni >> con la locuzione <<fatti materiali>>.

Con ciò, secondo la Corte, si evidenzia l’intenzione del legislatore di escludere dal penalmente rilevante le attività di mera valutazione che caratterizzano alcune voci del bilancio.

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Elisa Asprone
Elisa Asprone, nata a Napoli il 22/09/1986 Laurea in Giurisprudenza conseguita a 24 anni presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", con votazione 110/110, con una tesi in diritto commerciale dal titolo "Violazione dell'obbligo di OPA e risarcimento del danno". Pratica forense presso l'Avvocatura dello Stato. Diploma di specializzazione presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Master di I livello in diritto dell'Unione europea, conseguito presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e breve esperienza formativa presso la Corte di Giustizia a Lussemburgo. Conseguimento titolo di Avvocato il 10/09/2013. Relatrice di convegni formativi presso l'ordine degli avvocati di Nola inerenti al diritto dell'immigrazione. Magistrato ordinario presso il tribunale di Napoli .